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Cioccolato italiano: il riscatto di Alessio Tessieri con Noalya

Il Sole 24ore parla di cioccolato ed intervista Alessio Tessieri, patron dell'azienda di cioccolato toscana Noalya

in Rassegna Stampa - il 04 Febbraio 2019

Ha una piantagione di proprietà in Venezuela. Ma non rivela dove, troppo pericoloso in questo momento il paese latinoamericano. Da qui arriva il cacao Criollo Meridiano, il Guasare ed il Porcelana, così ribattezato perchè bianco. Le altre specie di fave di cacao le sceglie e le recupera da tutto il mondo: Colombia, Trinidad, Ecuador fino alla Tanzania, al Madagascar e ora anche in Vietnam.

L’esperto che fa parte della storia del cioccolato italiano


Alessio Tessieri è felice come un bambino ( anche se ha 55 anni) da quando ha ripreso a scegliere cacao e produrre cioccolato. Di altissima qualità. Lo ha ribattezzato Noalya che significa pace e ha iniziato a commercializzarlo da dicembre.
Un evento nel goloso (e talvolta un po' snob) mondo del cioccolato artigianale di alta qualità. Perchè Tessieri fa parte della storia del cioccolato italiano. Nel 1989, giusto 30 anni fa, apre con la sorella Cecilia una fabbrica di cioccolato ribattezzata Tessieri. Siamo alla Rotta, pochi chilometri da Pontedera, la città della Piaggio. Lui ha ben altro che gli scooter nella testa. Il padre fa l'imprenditore ma ben altro che roba golosa. Lui punta tutto sul cibo degli dei. Recupera vecchi macchinari, combatte sul mercato. Strappa la famosa varietà Chuao ai francesi: “Davano un dollaro e 40 ai campesinos che morivano di fame-racconta-. Io non ho fatto un'asta, ma sono passato subito ad un'offerta di 4 dollari. Il contadino deve essere tranquillo quando lavora”.

Anni d'oro per i fratelli maestri cioccolatieri. Riconoscimenti a tutti i concorsi e l'ingresso nell'olimpo della Tuscan chocolate valley che comprende Roberto Catinari (Agliana), Andrea Slitti (Monsummano Terme), Luca Mannori (Prato), la famiglia Vestri (Arezzo) e altri.

Poi l'addio alla storica azienda di famiglia. L'Amedei finisce a un gruppo di investitori cinesi, sempre famelici delle eccellenze del made in Italy. Apre una scuola di alta cucina a Ponsacco, sempre in provincia di Pisa, non lontano da Volterra. Mentre Amedei torna in Italia, acquisita dal gruppo Ferrarelle, quello delle acque minerali, Alessio Tessieri matura l'idea di tornare all'antico amore.

I prodotticlassici e le creme spalmabili


Noalya ha messo sul mercato le tavolette di cioccolato bianco, al latte (fino al 41% di cacao) e fondente (percentuale massima all'85%). Si tratta di 22 monorigini e 16 cru. ”Credo che la qualità ci sia -ribadisce Tessieri- e comunque è il risultato che mi ero prefisso”. All'ultima degustazione pubblica a villa Bertelli a Forte dei Marmi c'era il tutto esaurito.

“Al momento abbiamo pochi punti vendita. La nostra strategia di marketing al momento è limitata all'Italia. Puntiamo sul nostro Paese, poi punteremo all'Europa”. E comunque Tessieri non è un autarchico. Alla platea di villa Bertelli ha rivelato che il latte usato non è italiano, ma scelto fra Francia, Svizzera e Germania: “è più ricco, con una maggiore e decisiva quantità di panna”.


L’imprenditore ha immaginato anche il cioccolato per grandi chef e pasticceri ma soprattutto ha tirato fuori anche una serie limitata di creme spalmabili che in passato non aveva mai fatto. Si vuole inserire nella inedita guerra fra Pan di Stelle (Barilla) e la mitica Nutella (Ferrero)? Ride ma non commenta l'inedita sfida tutta italiana sulle creme spalmabili. Le sue, compresa una crema al pistacchio, hanno ben altra qualità e anche prezzi. La spalmabile al pistacchio in negozio sfiora i 14 euro. Per tanti, forse, ma non per tutti. E per i grandi appassionati sempre a Ponsacco sta sorgendo l'accademia del cioccolato. Insomma Tessieri è tornato.

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